GIORGIO ORELLI - MARKUS HEDIGER





Giorgio Orelli

(1921–2013)



PAESE


Ogni anno è un anno che passa.
Ogni sera c’è un vecchio che si sporge
dalla finestra, getta gli occhi
sulla strada, vuota rapido il vaso,
chiude in silenzio le imposte.
(Non vedo spesso che un candido braccio.)

Le madri sanno lunghe trafitture.
Ma ogni anno che passa è tuttavia
un figliolo che nasce.


PUEBLO


Cada año es un año que pasa.
Cada tarde hay un viejo que se asoma
por la ventana, echa un vistazo
a la calle, vacía rápido el bacín,
cierra en silencio los postigos.
(A menudo veo sólo un candoroso brazo.)

Las madres conocen los largos dolores punzantes.
Pero cada año que pasa es sin embargo
un hijito que nace.




ASSENZA 
     
     Nulla scoprire. Amare il primo verde
     di robinia. Non cercare se il fiume
     più oltre si fa schiuma, né se nuova
     avidità le pecore sospinge
     a branchi sulle balze.
     Essere il vecchio che socchiude gli occhi
     poggiato al suo rastrello, o la lenta
     salamandra che mena per i ciottoli
     la sua inusata allegrezza di polvere.


     AUSENCIA

    
     No descubir nada. Amar el primer verdor
     de falsa acacia. No saber si el río
     más adelantese hace espuma, ni si una nueva
     avidez empujaa las ovejas
     a subiren manadas las pendientes.
     Ser el viejo que entorna los ojos
     apoyado en su rastrillo, o la lenta
     salamandra que lleva por los guijarros
     su inusitada alegría de polvo.


    
     IN MEMORIA


     Tornavo per farmi cambiare
     Il nastro ormai privo d’inchiostro
     della mia vecchia Olivetti, e allungando,
     come faccio, passando in bicicletta
     davanti al tuo negozio, l’occhio
     di là dai vetri, ho visto
     che non c’era nessuno (forse
     Lina è di sopra con Dora)
     e ho visto CHIUSO PER LUTTO (forse
     è morto Lino): da un po’
     non ti vedevo, non mi contavi storielle.
     Volevo dirti che mi sono accorto
     solo adesso della totale scomparsa,
     a sinistra, di E, di O a destra.
     Il tasto è nero ma sempre lucente,
     se batto (eternamente con due dita) continuo
     a vederle, bianchissime, intatte
     o quasi, come, là in basso, la X.



     IN MEMORIA


     Volvía para hacerme cambiar
     la cinta ya privada de tinta
     de mi vieja Olivetti, y al fijar,
     como hago,pasando en bicicleta
     ante tu negocio, la mirada
     más alláde lavidriera, vi
     que no había nadie (quizá
     Lina esté arriba junto con Dora)
     y vi CERRADO POR LUTO (quizá
     haya muerto Lino): hacía un tiempo
     que no te veía, no me contabas anécdotas.
     Quería decirte que me di cuenta
     sólo ahora de la total desaparición,
     a la izquierda, de la E, de la O a la derecha.
     La tecla está negra pero siempre reluciente,
     si tecleo (eternamente con dos dedos) sigo
     viéndolas, blanquísimas, intactas
     o casi, como, aquí abajo, la X.

Traducción de Markus Hediger,
revisada por Mario Domínguez Parra

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